È il titolo di questo primo percorso biennale 2020-2022 del “Cantiere casa comune”, iniziativa della Famiglia Comboniana che ha avuto il suo lancio ad ottobre 2020 e che si svolge in un periodo di due anni, fino a settembre 2022.
L’iniziativa si propone di favorire l’interazione e l’articolazione tra le tante realtà: movimenti, gruppi e associazioni, che operano nell’ambito dell’accoglienza, protezione, promozione, integrazione dei migranti «contribuendo a sostenere questo processo, ispirandosi agli orientamenti di Papa Francesco, espressi nel discorso per la giornata del Migrante 2020. (…)
Il cantiere si adopera perché la “casa comune” assomigli sempre più al progetto iniziale di Dio, garantendo la cooperazione internazionale, la solidarietà globale e l’impegno locale, senza lasciare fuori nessuno».
«Il cantiere casa comune, propone il primo percorso biennale (2020-2022) sull’irruzione dell’altro nel quotidiano della nostra vita, che riconosciamo nel migrante e rifugiato.
La pandemia scatenata dal Covid-19 che ci ha colpiti con veemenza e contro la quale stiamo ancora lottando, ha messo ancora più in evidenza che ci sono altri virus altrettanto micidiali: il rifiuto dell’altro, il razzismo crescente, la negazione della cittadinanza a persone nate in Italia, il contributo importante che questi invisibili danno per il bene di tutti nei vari campi della produzione e dei servizi.
Il cantiere parte dalla convinzione che noi tutti, persone umane, siamo nella stessa barca e che insieme siamo chiamati a remare nella stessa direzione verso un’umanità plurale, mettendo al bando egoismi, razzismi, sovranismi e pregiudizi che considerano gli altri come minacce, approfittatori oppure braccia per il lavoro e per l’economia locale, dimenticando che sono persone umane con la loro piena dignità.
Vogliamo imparare a vivere con il diverso, ascoltarlo e lasciarci plasmare. Non significa perdere la nostra identità, rifiutare i nostri valori e programmare una convivenza sincretista, ma concepire una nuova umanità plurale, inclusiva, dove si respira la convivialità delle differenze.
Importante è lasciare di essere padroni della verità e di voler parlare a nome di tutta l’umanità. Nella stessa direzione nella quale Pierre Claverie si esprimeva, riflettendo sul suo lavoro missionario in Algeria, nel 1996: “Nessuno possiede la verità, ognuno la ricerca, ci sono certamente verità oggettive, ma che vanno al di là di noi tutti e alle quali non si può accedere che attraverso un lungo cammino e ricomponendole poco a poco, prendendo dalle altre culture e da altri gruppi umani, quello che altri hanno acquisito, hanno cercato, nel loro cammino verso la verità. (…). Dio non si possiede. Non si possiede la verità, e io ho bisogno della verità degli altri”.
Attingeremo forza in questo processo, sapendo che nella barca non siamo mai soli (Mc 4, 35-41). La presenza del Maestro sarà la forza aggiunta per superare la paura di affrontare la burrasca di ogni perbenismo e menefreghismo, la furbizia di quanti sottolineano l’interesse e la sicurezza nazionale da una parte, ma dall’altra accettano passivamente che una minoranza continui a saccheggiare i beni comuni, sostenere il commercio redditizio delle armi e il cinismo delle leggi del mercato che favoriscono una minoranza e impoveriscono sempre più milioni di persone, costrette a cercare altrove condizioni di vita degna».
(Dal Documento ufficiale del Cantiere – Cantiere Casa Comune) https://cantierecasacomune.it/