Lo ha detto Papa Francesco a Panama, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù…

Un’affermazione «nuova – l’ha definita Luis Badilla, direttore del Sismografo – originale, inedita, molto impegnativa, che avrà grandi conseguenze nel futuro, con la quale occorre misurarci fino in fondo». Il Papa stava parlando del sogno dei giovani di un mondo diverso: loro «ci invitano a coinvolgerci nella sua costruzione affinché i sogni non rimangano qualcosa di effimero o etereo, affinché diano impulso ad un patto sociale nel quale tutti possano avere l’opportunità di sognare un domani».

Abbiamo colto un segno di questo invito anche nelle recenti manifestazioni del 15 marzo (“Sciopero dalla scuola per il clima) a cui hanno partecipato migliaia di giovani in tutto il mondo.  Una mobilitazione nata dal coraggio di una sedicenne, la svedese Greta Thunberg, che nell’agosto 2018 ha manifestato per chiedere un impegno più deciso del suo Governo nell’attuazione degli impegni presi nel 2015 alla COP21 di Parigi per la lotta ai cambiamenti climatici. «Dite di amare i vostri figli più di ogni cosa, invece state rubando loro il futuro» – ha detto Greta, in Polonia in occasione della COP24 sul clima.

Questi giovani stanno puntando il dito sull’insufficiente impegno degli adulti nell’affrontare la questione ambientale, che mette così le premesse di un futuro catastrofico per le prossime generazioni.  Ma il mondo degli adulti non ha reagito sempre con molta benevolenza a queste manifestazioni…

Al di là della problematica messa sul tappeto dai giovani, una lettura più attenta del fenomeno ha rilevato una questione non meno preoccupante: «una sorta di indifferenza o disinteresse tra le generazioni, che si ripiegano su se stesse senza affrontare la fatica di un confronto vero» (editoriale aprile 2019 di “Aggiornamenti Sociali”).

Tutto questo deve farci riflettere profondamente sul nostro modo di vivere in relazione con tutti gli abitanti della casa comune, che non è proprietà esclusiva di alcuni privilegiati, ma è per tutti i popoli e per tutte le generazioni.

Preoccupa il crescente individualismo che porta a guardare solo al proprio interesse, qui e ora, rendendoci sempre più incapaci di affrontare i gravi problemi dell’umanità, da quello ecologico, a quello delle migrazioni o della giusta distribuzione delle risorse fra tutti… «Molti problemi sociali attuali sono da porre in relazione con la ricerca egoistica della soddisfazione immediata, – ha scritto Papa Francesco nella Laudato Si’ (n. 162) – con le crisi dei legami familiari e sociali, con le difficoltà a riconoscere l’altro. (…) L’incapacità di pensare seriamente alle future generazioni è legata alla nostra incapacità di ampliare l’orizzonte delle nostre preoccupazioni e pensare a quanti rimangono esclusi dallo sviluppo».

In questa realtà è urgente riaffermare il diritto al futuro e impegnarsi perché lo sia davvero per tutti, per le nuove generazioni e per coloro che lasciano il proprio paese per cercare migliori condizioni di vita. E questo senza lasciarsi sopraffare dal senso di impotenza, sempre in agguato. Nel deserto delle nostre incapacità scorgeremmo una strada nuova davanti a noi, se solo avessimo il coraggio di aprire il cuore al Vangelo. Vi troveremmo un’inedita via d’uscita da tutte le chiusure che ci bloccano, che tolgono vita e speranza al mondo.