Medio Oriente Yemen A causa della guerra nel 2022 lo Yemen nazione più povera al mondo


Lo Yemen, martoriato da anni di conflitto sanguinoso che hanno innescato la più grave crisi umanitaria dalla Seconda guerra mondiale, diventerà il Paese più povero al mondo se la guerra dovesse continuare nel futuro prossimo. È quanto emerge da un rapporto delle Nazioni Unite, secondo cui “se i combattimenti continuano fino a tutto il 2022” la nazione risulterà “la più povera al mondo” con il 79% della popolazione “al di sotto della soglia di povertà”.

Il rapporto pubblicato il 9 ottobre dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) mostra inoltre che, già oggi, il 65% degli abitanti del Paese è “classificato come estremamente povero”. A causa della guerra, infatti, la povertà nello Yemen è balzata dal 47% della popolazione nel 2014 al 75% (previsto) per la fine del 2019.

La nazione araba, già da tempo la più povera di tutta la penisola araba, è sprofondata in un conflitto sanguinoso dopo che i ribelli Houthi, sostenti dall’Iran, hanno conquistato la capitale Sana’a nel 2014. Lo scontro fra governativi filo-sauditi e ribelli è degenerato nel marzo 2015 con l’intervento della coalizione araba guidata da Riyadh. Ad oggi il conflitto ha fatto registrare oltre 90mila vittime, fra civili e combattenti.

Le divisioni a livello locale si sono poi trasformate in una guerra per procura, che ha causato milioni di sfollati, con circa 24 milioni di yemeniti (l’80% della popolazione) che necessitano di assistenza umanitaria. I bambini soldato sarebbero circa 2500 e la metà delle ragazze si sposa prima dei 15 anni.

“La guerra – afferma Auke Lootsma, responsabile Yemen per lo Undp – non ha solo innescato la più importante crisi umanitaria al mondo, ma ha pure sprofondato la nazione in un vicolo cieco senza prospettive di sviluppo”.

Sul fronte diplomatico si muovono ancora spiragli di dialogo fra i ribelli Houthi e il governo riconosciuto dalla comunità internazionale e sostenuto da Riyadh. Il 10 ottobre le milizie filo-Teheran hanno proposto un nuovo scambio di prigionieri, fra i quali vi sono anche 2mila detenuti, dopo aver liberato a inizio mese quasi 300 persone, compresi cittadini sauditi.

Analisti ed esperti parlano del più importante “gesto distensivo” degli Houthi in una prospettiva di allentamento della tensione e di distensione con il fronte nemico vicino ai sauditi.                                                                                                                                                                                                                                              (AsiaNews)