“Mi sento come il pizzico di lievito di cui parla il Vangelo, che deve perdersi nel mucchio di farina, e che, a sua insaputa, ha la forza di farla fermentare, forza che non viene da me, ma dallo Spirito che mi abita e mi invia”.
Come missionaria secolare comboniana da più di quarant’anni, ho colto l’iniziativa del mese missionario straordinario dell’ottobre 2019, come una ventata di aria fresca proveniente dallo Spirito Santo per ricordare a tutta la Chiesa la sua identità missionaria. “La missione fa la Chiesa e la Chiesa è missione” – dice spesso Papa Francesco – e la Chiesa sono tutti i battezzati, siamo tutti noi.
Nel mio servizio di animazione missionaria, sia in Italia che, per vent’anni in America Latina, l’annuncio è stato sempre questo: la missione nasce dal Battesimo; tutti siamo quindi inviati, anche se in modi diversi. Probabilmente non tutti riuscivano a coglierne il senso. Spesso le persone ci ascoltavano e magari ci applaudivano, ci offrivano un aiuto economico, acquistavano un libro o una rivista…, ma niente di più. Assumere la missione in prima persona non è né facile né semplice. A maggior ragione se si tiene conto che, nella formazione cristiana ordinaria, la missione come dimensione costitutiva del Battesimo non è stata presentata e sostenuta a sufficienza, a nessuna latitudine. Spesso ci sentivamo e ci sentiamo dire: “C’è molto da fare anche qui! Perché andare lontano?” La risposta è semplicemente: “Perché il Signore invia!”. E coloro che ricevono una specifica vocazione missionaria sono chiamati ad andare anche lontano, siano essi laici, famiglie, sacerdoti o consacrati… Il Signore continua a chiedere, come ha fatto con il profeta Isaia: “Chi invierò e chi andrà per noi?” Come lui, il chiamato risponderà: “Eccomi, manda me!” (Is 6,8).
Negli anni trascorsi in Ecuador (1980-1993), poi in Messico (1996-1999) e in Costa Rica (2009-2014), il mio è stato sempre un servizio di animazione missionaria e vocazionale nelle diocesi locali: inviata a servire, non solo come missionaria in America Latina, ma anche ad aiutare quella chiesa ad essere lei stessa missionaria. Attualmente la maggioranza dei cattolici si trova in America Latina; la missione di annunciare il Vangelo a chi ancora non l’ha ricevuto deve quindi muovere forze proprio lì dove i cristiani ci sono, e sono in maggioranza giovani.
Personalmente sono grata di aver potuto dare questo servizio per tanti anni. Non sono mancati e non mancano i frutti di questo lavoro di semina fatto con ogni mezzo, senza pesare fatiche: tante attività, iniziative, incontri, convivenze, congressi, festival… e chi più ne ha più ne metta, dato che, chi si lascia condurre dallo Spirito del Signore, diventa oltremodo creativo.
Dal 2014 sono rientrata nel mio ambiente e vivo la missione a km zero. Anche qui dove sono nata e da dove sono partita per i miei vari periodi di volontariato missionario, mi sento inviata tra battezzati ed inviati che non hanno coscienza di esserlo. Per questo sento che il Signore continua a chiedermi di essere “animazione missionaria” con i mezzi che ho a disposizione e nei modi che mi sono possibili. Spesso mi sento come il pizzico di lievito di cui parla il Vangelo, che deve perdersi nel mucchio di farina, e che, a sua insaputa, ha la forza di farla fermentare, forza che non viene da me, ma dallo Spirito che mi abita e mi invia. Anche ora sono chiamata a ripetere il mio: “Eccomi, manda me!”.
Qualcuno mi chiede: “Quando riparti?” e sorridendo rispondo: “Ora la mia è una missione a km zero! Oppure: “Ora possono partire altri che il Signore sta chiamando; io cerco di fare la mia parte qui”. L’importante è avere la consapevolezza di essere sempre e dovunque discepoli missionari.
La missione, dovunque, anche qui a chilometro zero, è fatta di piccole cose che sono il segno della presenza del Signore in mezzo a noi: accogliere, ascoltare, sostenere, incoraggiare, condividere, annunciare il Vangelo sempre e, come ebbe a dire San Francesco “Quando serve anche con la parola!”.
Il mio grande desiderio e speranza è che, per l’azione incessante dello Spirito Santo, le parole del Papa siano accolte, che la comunità cristiana riscopra e viva la sua identità missionaria in ogni luogo, che il Battesimo sia riscoperto e ognuno si senta, come è veramente, una piccola parte del Corpo di Cristo, parte di una comunità di battezzati ed inviati.
Teresa Zenere (Italia)