“Allarga lo spazio della tua tenda…”
«Allarga lo spazio della tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio» (Is 54,2): una parola chiave nell’iniziare questo nuovo anno.
Abbiamo riascoltato questa citazione del profeta Isaia – scelta anche come titolo del documento per la tappa continentale del Sinodo – nel cammino in preparazione al Natale. Ora, in questo tempo che stiamo vivendo, ci ritorna all’orecchio come invito urgente. La possiamo cogliere davvero come parola chiave nell’iniziare questo nuovo anno, accanto ad altre parole rassicuranti che la Scrittura ci offre: «Così dice il Signore che offrì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti. Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova; proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa» (Is 43, 16; 18-19).
Nessuno può salvarsi da solo
«Anche se gli eventi della nostra esistenza
appaiono così tragici
e ci sentiamo spinti nel tunnel oscuro
e difficile dell’ingiustizia e della sofferenza,
siamo chiamati a tenere il cuore aperto alla speranza.
Sinodo: il documento per la tappa continentale
“Allarga lo spazio della tua tenda” è il titolo del Documento di lavoro diffuso nello scorso ottobre, per la Tappa continentale del Sinodo. Questo segna l’inizio di un nuovo momento del cammino, aperto un anno fa, per le diocesi di tutto il mondo.
Il Documento riprende gli spunti emersi dalle 112 (su 214) Conferenze episcopali di tutto il mondo. Da qui riparte ora il confronto a livello locale per scegliere le priorità su cui discuterà la prima fase dell’Assemblea sinodale nell’ottobre 2023.
“Allarga lo spazio della tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti”: citazione del profeta Isaia (Is 54,2) che aiuta a delineare il compito della Chiesa impegnata nel percorso voluto da papa Francesco sul tema “Per una Chiesa sinodale. Partecipazione, comunione, missione”.
“Dio è amore; c’è un prossimo che soffre ed io sono il suo servitore”
Dopo due anni di attesa a causa della pandemia, la beatificazione di padre Giuseppe Ambrosoli missionario medico, è stata celebrata il 20 novembre 2022 a Kalongo, in Uganda dove ha speso la sua vita.
Giuseppe Ambrosoli, nato nel 1923 a Ronago (Como), era uno dei figli del fondatore dell’omonima azienda del miele. Si iscrisse alla facoltà di Medicina proprio con il desiderio di partire per la missione: “Dio è amore, c’è un prossimo che soffre ed io sono il suo servitore”, spiegò ai famigliari.
Nel 1949 entrò tra i missionari comboniani, e fu ordinato sacerdote dall’allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini. Nel febbraio 1956, s’imbarcò per l’Africa dove fu destinato a Kalongo, un villaggio del Nord dell’Uganda. In pochi anni lo trasformò in un grande ospedale, formò medici e infermieri, trascinando chi lo circondava grazie a quel misto di entusiasmo, competenza e dedizione, che si potrebbe chiamare carisma e che gli valse presso la gente del posto il nome di Ajwaka Madid, lo «stregone bianco». Il «medico della carità», lo chiameranno tutti gli altri.
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